Non mi era mai successo di interrompere volontariamente la lettura di un libro. Me ne sono capitati tra le mani di libri noiosi, inutili, anche un po' brutti, ma bene o male ho sempre cercato di arrivare alla fine, anche un po' contro voglia, ma per poter così esprimere una mia opinione conoscendo il tutto.
Questa volta non è così. Non può essere così.
La scorsa settimana, rientrata in ufficio, nella calma più totale, una mia collega (l'unica rimasta sempre durante tutta l'estate) mi ha prestato un libro, dicendo che lei l'ha trovato molto interessante.
Il volume in questione è: 101 modi per liberarsi dagli stronzi e trovare soddisfazione nel lavoro. Gli stronzi al lavoro: manuale per riconoscerli e sopravvivere felici di Luca Stanchieri.
Il titolo mi ha incuriosito e ho detto, fra me e me, chissà che non sia un aiuto valido...
Poi ho scoperto che l'autore del libro è il coach - del programma che ogni tanto mi è capitato di vedere su La7 (Adolescenti: Istruzioni per l'uso).
In teoria potrebbe essere un libro abbastanza scorrevole, costituito da domande - poste da normali lavoratori - e risposte - fornite dal coach. In realtà per me si è rivelata una lettura veramente devastante.
Non mi sono pesate tanto le risposte e le riflessioni che l'autore-psicologo forniva, quanto le domande stesse e la realtà che veniva descritta in queste.
Dal momento in cui sono entrata nel mondo del lavoro, 3 anni fa, ho pensato di aver visto tanto - certo non tutto - ma comunque un bel po' di schifezza del mondo e della società, che fino a quel momento era a me nascosta. Invece no. Non c'è mai limite al peggio. Ho letto di situazioni quotidiane devastanti, di grande ingiustizia, di enorme bassezza morale ed etica e di forte inumanità.
E questa è la realtà che le persone devono (dobbiamo) affrontare ogni giorno.
Non sono pronta ad essere catapultata ancora di più e più violentemente in questa realtà.
Non posso pensare di dover indossare un'armatura ogni mattina e di doverla tenere per tutto il giorno; di non potermi rilassare neanche per un istante; di non potermi fidare di nessuno; di non potermi permettere un passo falso.
No! Ho sempre cercato di lasciare la mia impronta in ogni cosa che faccio, in ogni posto in cui sto e voglio continuare così.
Voglio continuare a credere che la vita non si riduca a schifezza, bassezza e tristezza.
In fondo è la mia vita e voglio viverla al meglio!
P.S.: Non voglio scoraggiare nessuno ad intraprendere questa lettura, magari non ha gli stessi effetti su tutti...
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