E’ bastata una giornata per riuscire ad estraniarmi dalla quotidianità, quella grigia, rotolante e pesante. Reimmettermi in una scia più luminosa e serena, ovviamente stando al di fuori dell’ambiente che vivo (ahimè) ogni giorno.
In realtà questo mio impegno e questa mia volontà di voler ritrovare quel qualcosa che si era andato a nascondere è cominciata un paio di settimane fa in occasione della Domenica delle Palme.
Giornata splendida, vissuta al Santuario del Divino Amore.
Proprio in quell’occasione ho conosciuto P. Jean, che mi sento proprio di dover ringraziare.
Grazie per avermi ascoltata e capita, non giudicata, per aver “perso del tempo” con me, per avermi consigliata, spronata, per avermi fatto fare un po’ di silenzio per riflettere ed ascoltare.
Non mi sento di mollare proprio adesso. Ora che ho ritrovato qualcosa che era lontano.
Ovviamente se non si lotta non si conquista!
Un week-end trascorso serenamente e veramente in compagnia della persona che ho conosciuto da quando sono nata – nella sua stessa veste – quella del Santo Padre.
Con il suo sguardo, i suoi occhi, i suoi gesti e soprattutto le sue parole è riuscito a trasformare una semplice domenica in una giornata lunga e piena.
Da molto tempo non mi capitava di ritrovarmi nelle parole del Vangelo (come quelle di ieri, “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno”). Non c’è niente da fare, sta tutto lì.
Il pomeriggio l’abbiamo passato a fare scatoloni e ad imballare piatti e bicchieri per il quasi imminente trasloco, ma nel soggiorno insieme a noi c’era anche lui, il nostro amato amico JPII.
Si sono susseguiti una serie di speciali su vari momenti del suo lungo pontificato e devo dire che mi hanno aiutato anche a comprendere nuovi aspetti della mia quotidianità, o meglio, mi hanno aiutata a capire come poterli affrontare nel modo migliore.
Ad esempio, non ci avevo mai fatto caso, ma mi ha colpito l’impegno e la dedizione che il Papa ha avuto nel portare avanti il suo Cammino nelle parrocchie romane. Ecco qual è il punto: bisogna penetrare in una realtà se si vuole Viverla pienamente. Sono sempre stata dell’idea che quando si decide di affrontare un viaggio il bello sia proprio entrare nel nuovo Paese in cui ci si reca. Mi è sempre piaciuto cercare di organizzare i viaggi in modo fai-da-te e provare ad andare proprio in quei luoghi dove magari c’è qualche amico e trascorrere qualche giorno frequentando la gente del posto, come se per un breve periodo decidessi di vivere lì.
E allora perché non farlo quotidianamente?
Soprattutto ultimamente sono diventata molto intollerante nei confronti di questa città (e dei suoi abitanti) che mi ospita ormai da qualche anno. Questo voler criticare e questo voler additare ogni piccolo aspetto e particolare mi ha portata però a non sentirmi veramente a casa in nessun luogo. E quindi?
“Semo romani, damose da fa’” . Dette da lui, da un polacco, che si è sentito a casa qui. Per farlo, però, ha preso macchina ed accompagnatori ed è andato lui verso questa città. Non ha aspettato. Rimanendo immobili si rischia di aspettare troppo a lungo, forse anche tutta la vita. Ma ce ne abbiamo una sola.
Insomma, tanti piccoli spunti da cogliere al volo, da meditare e cercare di mettere in pratica, perché se rimangono nelle nostre teste e nei nostri pensieri poi si dimenticano ( e non è detto che si ritrovino).
In realtà questo mio impegno e questa mia volontà di voler ritrovare quel qualcosa che si era andato a nascondere è cominciata un paio di settimane fa in occasione della Domenica delle Palme.
Giornata splendida, vissuta al Santuario del Divino Amore.
Proprio in quell’occasione ho conosciuto P. Jean, che mi sento proprio di dover ringraziare.
Grazie per avermi ascoltata e capita, non giudicata, per aver “perso del tempo” con me, per avermi consigliata, spronata, per avermi fatto fare un po’ di silenzio per riflettere ed ascoltare.
Non mi sento di mollare proprio adesso. Ora che ho ritrovato qualcosa che era lontano.
Ovviamente se non si lotta non si conquista!
Un week-end trascorso serenamente e veramente in compagnia della persona che ho conosciuto da quando sono nata – nella sua stessa veste – quella del Santo Padre.
Con il suo sguardo, i suoi occhi, i suoi gesti e soprattutto le sue parole è riuscito a trasformare una semplice domenica in una giornata lunga e piena.
Da molto tempo non mi capitava di ritrovarmi nelle parole del Vangelo (come quelle di ieri, “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno”). Non c’è niente da fare, sta tutto lì.
Il pomeriggio l’abbiamo passato a fare scatoloni e ad imballare piatti e bicchieri per il quasi imminente trasloco, ma nel soggiorno insieme a noi c’era anche lui, il nostro amato amico JPII.
Si sono susseguiti una serie di speciali su vari momenti del suo lungo pontificato e devo dire che mi hanno aiutato anche a comprendere nuovi aspetti della mia quotidianità, o meglio, mi hanno aiutata a capire come poterli affrontare nel modo migliore.
Ad esempio, non ci avevo mai fatto caso, ma mi ha colpito l’impegno e la dedizione che il Papa ha avuto nel portare avanti il suo Cammino nelle parrocchie romane. Ecco qual è il punto: bisogna penetrare in una realtà se si vuole Viverla pienamente. Sono sempre stata dell’idea che quando si decide di affrontare un viaggio il bello sia proprio entrare nel nuovo Paese in cui ci si reca. Mi è sempre piaciuto cercare di organizzare i viaggi in modo fai-da-te e provare ad andare proprio in quei luoghi dove magari c’è qualche amico e trascorrere qualche giorno frequentando la gente del posto, come se per un breve periodo decidessi di vivere lì.
E allora perché non farlo quotidianamente?
Soprattutto ultimamente sono diventata molto intollerante nei confronti di questa città (e dei suoi abitanti) che mi ospita ormai da qualche anno. Questo voler criticare e questo voler additare ogni piccolo aspetto e particolare mi ha portata però a non sentirmi veramente a casa in nessun luogo. E quindi?
“Semo romani, damose da fa’” . Dette da lui, da un polacco, che si è sentito a casa qui. Per farlo, però, ha preso macchina ed accompagnatori ed è andato lui verso questa città. Non ha aspettato. Rimanendo immobili si rischia di aspettare troppo a lungo, forse anche tutta la vita. Ma ce ne abbiamo una sola.
Insomma, tanti piccoli spunti da cogliere al volo, da meditare e cercare di mettere in pratica, perché se rimangono nelle nostre teste e nei nostri pensieri poi si dimenticano ( e non è detto che si ritrovino).
2 commenti:
l'hai detto tu: é tutto lì! :-)
io sono entrata a San Pietro ieri pomeriggio...
impossibile descrivere quello che mi ha suscitato dentro il passare vicino alla sua bara, ma forse puoi immaginarlo: in fin dei conti è lo stesso Papa che hai conosciuto tu! :-)
lo sai che per combattere "l'urto" provocato da Roma e dai suoi abitanti ho trovato un metodo efficacissimo? lo applico quando sono al volante, ma anche scorazzando sui mezzi va bene.
non mi arrabbio, non impreco, non urlo commenti come se potessero sentirmi. resto impassibile, continuando a sentire la radio.
la guida è meno nervosa, l'umore ne trae giovamento...ed io arrivo dove devo arrivare tranquilla, per niente incavolata con l'umanità.
prova, e poi mi saprai dire! :-)
PS ma quando entrate nella nuova casa?
MC, bella improvvisata hai fatto domenica! Brava! :)
No, neanche io impreco o mando apertamente a quel paese, il problema non è l'esternare o meno, ma il farmi tangere internamente.
Eh, forse ho ancora bisogno di esercizio per riuscire a fare questo passo in più.
Nella casa nuova? Manca pocooo :) solo tutto questo mese di maggio :)
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