venerdì 16 ottobre 2009

PALLA AVVELENATA

Ogni mattina stesso percorso: Metro per 7 fermate.
Pochi sono i giorni in cui si può affrontare il tragitto in serenità e pseudo-silenzio. L'altra mattina un piccolo sciame di ragazzini, che subito si è diviso in 2 separando i maschi dalle femmine, ha invaso il vagone.
Ovviamente non esistono più i ragazzini di una volta, ora sono... anzi devono essere super tecnologici, accompagnati dalla loro "musica" preferita che diventa anche tua perché il volume con cui è ascoltata non è riservato. Improvvisamente uno di questi ragazzini esclama:" Prof."... Prof.??? Era una classe?? E il Prof. chi era? Ah, eccolo... il solito Prof. anonimo (passano gli anni ma certe cose non cambiano mai)...
Dopo un paio di minuti la "musica" si interrompe e i ragazzini continuano a fare della sana conversazione.
E' lì che, alle 8.30 di mattina, mi sale alla mente una domanda:"Ma c'è il Prof. e non dice niente? Non li rimprovera perché non è buona educazione tenere la "musica" così alta in presenza di altre persone?"...
Poi faccio 2+2...
"Poveri insegnanti di oggi! Nessuno li riconosce più come un'autorità e nessuno rivolge più a loro il rispetto che un insegnante dovrebbe avere"... "Se il primo nucleo fondamentale della società non infonde certi insegnamenti, è ovvio che questi Prof. si trovano in difficoltà".
Mi sembra proprio il gioco della palla avvelenata, dove la palla sono i figli, i ragazzi di oggi; il veleno è l'impegno, l'educazione, la buona educazione; le squadre sono la famiglia e la scuola.
Quello che mi chiedo è: I genitori di oggi sono i ragazzi di ieri, poco più grandi di me.
Non è stato sempre così.
Noi eravamo diversi.
Dove si è spezzato il filo?
Il problema è ancora più a monte?

1 commento:

Marie Claire ha detto...

il problema è nei nucleo fondamentale della società, "nell'altra squadra", nella televisione, nella società del 2009...secondo me...

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